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Martedì, 5 Settembre, 2017 - 17:00

Le Eolie di Rossellini, Bergman e la Magnani. Dell’amore che muore e nasce

Le Eolie di Rossellini, Bergman e la Magnani

“Mister Rossellini, ho visto i suoi film Roma città aperta e Paisà, e li ho apprezzati moltissimo. Se ha bisogno di un’attrice svedese che parla molto bene l’inglese, non ha dimenticato il tedesco, non riesce a farsi capire bene in francese e in italiano sa dire soltanto ti amo, sono pronta a venire in Italia per lavorare con lei”.

La punta di civetteria che chiude la lettera scritta da Ingrid Bergman a Roberto Rossellini cambierà la vita non solo all’attrice e al regista, ma soprattutto a un altro gigante del cinema italiano: Anna Magnani.

Roberto e Nannarella si sono conosciuti ai tempi di Roma città aperta. La loro è “una storia furiosa che si chiude – si legge sul sito Dagospia - con un crudele sotterfugio, il più vigliacco di tutta la carriera del regista. Una mattina, quando sono all'Hotel Excelsior, Rossellini dice che scende per portare a spasso i cani. Ma nell'atrio consegna gli animali a un cameriere, sale su un'automobile che l'aspetta con le valigie già pronte e si dirige di corsa all'aeroporto dove prende un volo per gli Stati Uniti".

Ha deciso di raggiungere la Bergman e di affidarle la parte della Magnani nel film Stromboli. Per rappresaglia, Anna accetta di girare Vulcano diretto dal regista tedesco William Dieterle. Stesso periodo di lavorazione, stesso mare.

Racconterà Rossano Brazzi: "Non faceva mistero con nessuno della sua rabbia e ogni sera si metteva sulla punta dell'isola da cui si scorgono in lontananza le altre Eolie, e mandava colorite maledizioni in direzione di Stromboli, dove l'idillio tra Rossellini e la Bergman aveva il suo momento magico".

Sul promontorio – scrive ancora Dagospia - sotto la luna, all'infinito, Anna urla e piange. E maledice. La lupa esce da lei nella notte: Il mio più grande difetto – dichiara in quel periodo Nannarella - è il bisogno di sentirmi amata”.

L’arrivo della Bergman a Stromboli ha il sapore della leggenda: a bordo di un barcone da pesca lungo 15 metri Rossellini ha caricato cineprese, riflettori, rotoli di filo elettrico, attori, comparse, sacchi di farina, pacchi di spaghetti e conserva di pomodoro.

La San Lorenzo, spinta da un fragoroso motore a scoppio, salpa dalla Sicilia. È aprile. Dopo quattro ore di navigazione si scorge  a nord il cratere nero dello Stromboli.

Un semicerchio di lava rossastra avvolgeva, simile a un labbro insanguinato, il cono fumante, mentre un’enorme cascata di pietre scure rotolava verso il basso” annota Ingrid Bergman nel suo diario.

L’isola, a una distanza siderale dalle luci della ribalta di Hollywood,  è un luogo selvaggio con le sue spiagge nere,  i fichi verde smeraldo, il rosso accecante dei gerani, il viola intenso delle buganvillee, le case di un bianco abbagliante, con le finestre protette da sbarre. Non c’è acqua corrente, né energia elettrica.

Un luogo dell’anima dove l’amore divampa.

Quando le due pellicole, quella di Stromboli e quella di Vulcano – scrive il portale isolaweb - furono pronte, ed era il 1950, la sfida si concluse a Roma con un epilogo memorabile.
In due diverse zone della capitale ebbero luogo le “prime”. “Vulcano” fu presentato al cinema Fiamma. A un certo punto, il proiettore andò a fuoco. Quando venne sostituito, Anna Magnani si accorse che la gran parte degli invitati non c’era più. “Che cosa succede?”, urlò. “I giornalisti se ne sono andati”, fu la risposta. E peggio fu il seguito: “Ingrid Bergman ha appena avuto un figlio. La stampa sta raggiungendo l’ospedale”. Era il primo figlio di Ingrid e di Roberto Rossellini. Ingrid aveva 35 anni, Roberto 44
”.