Eclettismo: questa è stata la parola d’ordine che ha caratterizzato l’evento speciale organizzato a favore di Telethon durante la rassegna musicale Onde Sonore 2019. Due gruppi, Le Glorious 4 e I Cantustrittu, contraddistinti da una poliedricità di voci e strumenti, hanno portato sul palco della N/T Elio modi originali d’intendere e “fare” la musica.
Ad aprire l’evento le sonorità vocali e strumentali delle Glourius 4, un inconsueto ensemble siciliano al femminile che spazia dal jazz al pop formato da Cecilia Foti e Federica D’Andrea alla voce e da Agnese Carrubba e Mariachiara Millimaggi che, oltre al contributo vocale, si occupano di pianoforte e percussioni. Un quartetto che vanta importanti collaborazioni e vittorie di concorsi nazionali ed internazionali, oltre che produzioni personali di grande successo, come il loro album uscito nel 2018.
Diversi generi musicali, brani conosciuti ma riarrangiati e soprattutto una curiosa sperimentazione sonora sono stati la ricetta del successo della presenza della band a bordo della nave Elio: la ricerca di suoni bizzarri, l’emulazione di suoni della natura, l’ausilio delle body percussion e di oggetti non convenzionali a supporto dell’esibizione, infatti, hanno riscosso prima grande curiosità e poi enorme apprezzamento nel pubblico presente per l’occasione.
Dall’internazionalità dei brani delle Glourius 4 si è passati, nella seconda parte dell’evento, alla territorialità dell’Associazione Culturale Musicale I Cantustrittu, nata a Messina dall’incontro di numerosi musicisti siciliani con esperienza pluriennale nell'ambito etnico e folklorico, accomunati dalla passione per la tradizione siciliana a 360 gradi.
La riproposizione originale di tarantelle, controdanze e canti della tradizione marinara ha coinvolto il pubblico in viaggio, dando dimostrazione della voglia di esibirsi dei Cantori dello stretto di Messina, nata proprio dal bisogno di diffondere con i propri linguaggi una visione quasi mitizzata della Sicilia e trovare un equilibrio tra tradizione ed innovazione musicale, divulgandola a livello locale e globale.
La performance ha visto anche l’interpretazione di canzoni in dialetto locale, di “cunti” e storie millenarie, proverbi e sonetti, musiche antiche, indovinelli, filastrocche e serenate, rimodellati e riproposti per valorizzare e salvaguardare le tradizioni artistiche del popolo dello stretto.